Il Marconi incontra il Vescovo:

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“Per una ecologia integrale”

Il 24 gennaio, all’Istituto Guglielmo Marconi di Civitavecchia, abbiamo avuto la gioia e l’onore di ospitare il Vescovo della diocesi della nostra città, don Gianrico Ruzza, nel segno del tema dell’ecologia integrale e della “Laudato Sì”, ma non solo.

La prima ora dell’incontro è stata occupata dall’esposizione da parte della mia classe, la IVBsa, insieme ad alcuni ragazzi della classe VBsa, del nostro lavoro incentrato sul docufilm “La Lettera” e sull’enciclica di papa Francesco “Laudato sì” nonché sull’ecologia integrale. Un lavoro alquanto articolato, poiché la classe per prepararsi, si è divisa in quattro gruppi, ciascuno dei quali ha effettuato  ricerche rispettivamente: il primo,  sui temi fondamentali contenuti nell’invito alle scuole da parte del gruppo “Demos”al progetto “Per un’ecologia integrale”; il secondo sul docufilm “La Lettera, il terzo sull’enciclica “Laudato sì” di papa Francesco  ed un ultimo gruppo sull’ecologia integrale. Particolarmente emozionante è stato il momento in cui ciascuno di noi, alzandosi in piedi, ha condiviso col Vescovo le proprie considerazioni e riflessioni sul docu-film. E’ stato veramente bello ascoltare parole di sentito apprezzamento per il nostro lavoro da parte del Vescovo, che poi è partito con un forte e toccante discorso della durata di un’ora, su  molti dei temi illustrati nella presentazione, spunti che si era appuntati mentre noi andavano esponendo le nostre ricerche, arricchendo la sua ‘lectio magistralis’ (perché di questo si è veramente trattato) di aneddoti, esperienze personali e in generale con parole di una potenza dirompente.

 L’intervento di Mons. Gianrico Ruzza è stato, per noi studenti, un importante momento di crescita personale ed intellettuale., interpellandoci in quanto singoli e in quanto comunità. Nel suo discorso, possiamo individuare alcuni termini come fili conduttori: Sobrietà, Resilienza. Fratellanza.

Sobrietà: Mons. Ruzza l’ha definita “impegno e fatica”. E’ impegno contro gli eccessi cavalcati dalla società di oggi e che non concorrono al bene comune; è fatica perché non è affatto facile vivere scegliendo la “sobrietà”.

Resilienza: ripartire dagli errori nostri e soprattutto dal nostro modo di vivere la politica-o forse sarebbe meglio dire: di non riuscire più a viverla dato l’elevato tasso di assenteismo nelle elezioni- per creare una società basata sul benessere equo e sostenibile, che dovrebbe diventare il vero misuratore di ‘ricchezza’ di un Paese più del PIL, come sostenuto con forza da E.Giovannini, richiamato dagli studenti della VBsa, sulla base di un progetto che li aveva visti dialogare e confrontarsi con l’ex ministro l’anno scorso:  per una Utopia sostenibile senza lasciare indietro nessuno. In particolare, il Vescovo ha fatto richiami a quella parte dell’Enciclica “Laudato sì” di papa Francesco in cui si parla della globalizzazione del paradigma tecnocratico, che tende a nascondere i veri problemi del mondo, della crisi e conseguenze dell’antropocentrismo moderno e del relativismo pratico, che spiegano come si alimentino atteggiamenti che portano al degrado sociale.

Fratellanza: concorrere al bene comune è combattere l’egolatria e l’individualismo.  Da qui l’estrema importanza del dialogo. “Io dialogo sempre con tutti” ripeteva il gesuita padre dell’Oglio che aveva basato la sua vita e missione in Siria sul dialogo con musulmani e ortodossi, col suo credere ostinato nella convivenza tra le diverse confessioni religiose. Fratellanza è avere il coraggio di lottare contro il linguaggio dell’odio così ossessivamente presente nei Social, saperlo individuare e combattere per non lasciarsi rapire e strappare emozioni  e sentimenti. Fratellanza come accoglienza di chi è costretto a lasciare il proprio paese affrontando mille pericoli, violenze, soprusi e giungere su una spiaggia sognando una storia diversa. Dignitosa. Fratellanza anche a partire dagli ottanta senzatetto che vivono per strada a Civitavecchia. Fratellanza come aiuto per le donne che subiscono violenza a casa e per i loro figli. Fratellanza per chi non riesce ad arrivare alla fine del mese perché lo stipendio non basta e si tratta di famiglie bisognose il cui numero va sempre più aumentando, a causa anche della perdita del lavoro, un diritto per ogni essere umano, come recita la Costituzione.

 A proposito di quest’ultima, don Gianrico la definisce un’opera meravigliosa, che andrebbe letta e riletta nella propria vita, quasi una preghiera che dovrebbe accompagnarci ogni giorno; scritta da uomini che venivano dalla Resistenza, che avevano sperimentato la dittatura, la negazione dei diritti fondamentali dell’uomo, che per amore al Bene Comune hanno saputo superare scontri ideologici, mettendo la propria esperienza e i propri valori a servizio del popolo italiano.

Questi alcuni dei temi toccati dal Vescovo durante la sua esposizione, della quale ognuno di noi  non poteva non sentire la necessità e l’urgenza di prendere appunti, questa volta nemmeno obbligati dalla prof. di Lettere, ma semplicemente perché incantati, coinvolti nonostante fossimo stati insieme a don Gianrico per ben due ore.

È stata sicuramente incredibile anche l’ umiltà del Vescovo nel presentarsi in mezzo a noi ragazzi nella nostra aula, una delle  quasi sessanta del nostro Istituto, al primo piano, senza solennità o distanza di alcun tipo che forse avrebbero depotenziato il suo straordinario messaggio cioè che noi ragazzi siamo il futuro e il presente di questo mondo e solo studiando, attivandoci, impegnandoci e sacrificandoci nella “sobrietà” possiamo fare arrivare in alto il nostro messaggio. Ovvero i nostri “No, non basta” come i tanti di Papa Bergoglio verso una società basata sul progresso, che si definisce democratica, civile, sostenibile ma con tante contraddizioni e limiti. Non ultimo quello di presentarsi ancora come una società  basata sulla cultura dello scarto, che inevitabilmente prima o poi porta alla guerra, alla negazione della solidarietà e soprattutto dei diritti dei più poveri, di quelli che rimangono indietro, come ad esempio, parlando di ecologia integrale, i profughi e poveri climatici, vittime dei soprusi di noi Paesi ricchi, incapaci di prenderci cura della nostra Madre Terra, dell’altro sia come Natura che come umanità.

 Chiudiamo il nostro percorso condiviso col Vescovo, facendo nostre le parole di don Milani e don Ciotti, circa la necessità di realizzare una rivoluzione pacifica ma forte, quella della Responsabilità. “Dovete sentirvi tutti responsabili, ognuno deve sentirsi l’unico responsabile di tutto”, affermava don Milani ed è una bestemmia contro la vita, dono di Dio, vivere senza scegliere da che parte stare, cedendo alla tentazione del silenzio, del girarci dall’altra parte di fronte all’ ingiustizia verso chi è debole, indifeso.

Segue poi la declamazione di tutto il Cantico delle Creature di san Francesco, più volte richiamato da don Gianrico nel suo discorso: significativa per tutti noi  una possibile chiave interpretativa da lui proposta del “per” re-iterato nei versi della Lauda. ‘Per’ come ‘par’, un provenzalismo di materna memoria: “Laudato sii, mio Signore, ‘per’  e ‘da parte’ di tutte le creature”. Allora la Lode non si limita a Dio ma si estende alla meraviglia di tutta la Creazione. E’ la lode del noi: dell’umanità e della Natura, una cosa sola, legati da un abbraccio universale, che sa di solidarietà e giustizia sociale, di pace, di dono, di rispetto poiché è impossibile rispettare l’altro inteso come essere umano se non si è capaci di rispettare l’altro inteso come Natura.

Non a caso, ci ricorda don Gianrico, san Francesco compone il Cantico delle Creature, in uno dei momenti più dolorosi della sua vita che stava per concludersi di lì a poco: con i chiodi delle Stimmate da un lato e dall’altro i fili di ferro con cui avevano cercato di intervenire sui suoi occhi. Quando tutto poteva parlare di buio, di fallimento, di solitudine, proprio in quel momento, invece, nasce il Cantico: vivo e robustoso e forte come il fuoco, utile e casto e humile come l’acqua, allegro e gioioso come i fiori  e paradossalmente tanto luminoso da rimanere ancora oggi per ciascuno di noi una delle poesie  e preghiere più semplici e stupende che siano mai state scritte.

E in parte a tutti noi, in quell’angusta aula della IVbsa, alla presenza del Preside che per due ore è rimasto in piedi quasi volendo affiancare i suoi studenti e il Vescovo nella condivisione dei lavori, sembra di rivivere il miracolo del Cantico: un abbraccio universale unisce noi studenti e don Gianrico, nel concludere questo incontro così inaspettatamente bello, coinvolgente, vivo, vicino a noi ragazzi di 17 anni.

Tutti insieme, concludiamo l’incontro leggendo l’esortazione di don Ciotti: “Vi auguro di essere eretici”: avere il coraggio di essere eretici, cioè persone che scelgano nella vita, combattendo contro il quieto vivere, l’indifferenza. Avere il coraggio di avere sempre più coraggio, come i personaggi e le loro citazioni più famose che facciamo scorrere nelle ultime slide: da M.L King a Falcone, Borsellino, a don Puglisi, a P. Impastato e a sua madre Felicia. E tutti insieme salutiamo il Vescovo con il grido di don Ciotti: “Riempite la vita di vita!”.

Che è poi il canto di Francesco, che ha saputo accompagnarci in queste due ore, rendendo l’incontro con il Vescovo, don Gianrico, forse uno dei momenti più forti della nostra vita.

(Davide Tiselli IVbsa, Davide Vargiolu Vbsa)

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